Carta toponomastica di Losone 1:5000 - Ezio Bianda - 1992

 

Le proprietà patriziali nel Comune

(…)

«Amplissimo è il territorio losonese. A mattina e mezzodì confina con Ascona, a sera col territorio di Golino, Intragna e Verscio, a nessun’ora col Comune maggiore di Pedemonte, con quello di Tegna e con Solduno», così don Siro Borrani nella parte introduttiva dei suoi Appunti di storia losonese  descriveva nel 1912 il territorio del Comune.

L’intero territorio losonese può essere dapprima diviso in due parti: la prima, più popolata, è costituita dal Basso Losone sviluppatasi partendo dai tre nuclei (con le rispettive chiese) di San Lorenzo, San Rocco o Montericco e San Giorgio, l’altra è costituita dalla frazione montana di Arcegno e dalla montagna che la sovrasta. Non è un caso che le tre frazioni del Basso Losone si trovino in posizione sopraelevata (a ridosso della collina su cui poggia Arcegno) rispetto ai fiumi, i quali nel passato causarono infatti numerose inondazioni della parte inferiore del territorio.

Losone si trova appunto sulla sponda destra della Maggia e della Melezza (sul suo territorio vi è la confluenza fra i due corsi d’acqua) e dispone quindi di due zone pianeggianti relativamente vaste ai margini di questi fiumi: si tratta, rispettivamente, dei Saleggi e delle Gerre. Al margine orientale di queste ultime, al confine con Golino, si trova poi la zona dello Zandone. In prossimità, ma in posizione sopraelevata rispetto alle Gerre ed allo Zandone, vi è il Piano d’Arbigo che si protende dal margine settentrionale della frazione di San Giorgio fino, appunto, allo Zandone.

Arcegno è separato da Losone da una collina boschiva e si trova adagiato su di una conca della stessa. Sopra ad Arcegno vi è poi ancora una vasta estensione di boschi castanili e di latifoglie e diversi monti, mentre non esistono in territorio losonese veri e propri alpi.
Anticamente Losone possedeva diritti di pascolo a Bosco Gurin (XIII secolo), mentre incerta è la presenza sotto la giurisdizione della Vicinanza losonese della località di Biegno (XVI secolo), in Valle Veddasca (oggi territorio italiano): don Borrani scrive a tal proposito che «(…) pare appartenesse in qualche modo a Losone anche la terra di Biegno in Valle Veddasca»; lo storico losonese Romano Broggini, per contro, è molto più scettico a tal riguardo ed oltre a segnalare l’incerta attribuzione del toponimo («v’è anche un Bieno sopra Trobaso (Intra) e talvolta è scritto
Bregno (Blenio) anche nei nostri documenti») ipotizza «che la “libera circolazione” nella pieve sia confermata e che si trasformi in “vicinatico” con la prolungata permanenza ed il possesso fondiario in un determinato “luogo” (a Losone gli Orelli insegnano»). In altre parole, il fatto che persone originarie di Biegno fossero vicine della Comunità di Losone, non significa automaticamente che tale località fosse sotto giurisdizione losonese.

Diverso è il discorso per Vosa, o probabilmente meglio «delle Vose», piccola enclave sui monti sopra Intragna. Questa porzione di territorio era parte integrante della Vicinia losonese già nel Cinquecento e lo fu ufficialmente fino al 1807, anno in cui si staccò definitivamente da Losone.